Una storia tante storie
21 maggio 2008
Certe quantità di cose da mettere in bocca
(di Max Ponte)
13 maggio 2008
Giulio cameriere a "La Rosa"
- Visto Giulio, quello nuovo?
- Si, il capo l’ha preso oggi in prova.
- Dicono che è un vanesio allucinante!
- Bah, le tipiche malignità degli invidiosi!
- Eccolo che va! Vediamo che fa con quelle belle signore!
Infatti tre donne piacenti si erano sedute ai tavolini esterni e il novello Giulio subito si era precipitato a prendere la loro consegna:
- Le signore gradiscono?
- Acqua minerale, grazie.
- Bene, e lei?
- Per me un’aranciata
- Un’aranciata... invece lei, signora, cosa desidera?
- Per me tè, caldo.
- Ottima scelta, mi do una lavata e sono subito da lei!
(di Franco Sardo)
23 aprile 2008
Jack's history
Lui se ne andò e non tornò mai... mentre il cane non si mosse...
Aspettò... e aspettò...
Stava li ad aspettarlo quando avrebbe potuto andare a giocare sulla spiaggia, rincorrere una cagna e farsi una seconda vita, mettere su famiglia... ma che ne so pure solo un semplice gironzolare a cazzo, almeno una volta... cazzo sei libero.......
ma rimase lì.
E se vai ora davanti al cancello lui è ancora lì felice perché sa che il suo padrone tornerà.
Questa è la storia di Jack, un cane fedele, e di uomo, semplicemente uno dei tanti uomini.
(di Risumaglio)
I libri, mondi in cui rifugiarsi
(di Risumaglio)
13 dicembre 2007
La formica
Ora, con cosa mi ci lancerò dentro per la grande immersione del millennio?
Ah! Questa corda sarà perfetta.
Coriaceo, hein, la corda! Non vuole proprio staccarsi. Non fa niente, basta solo andare a cercare l’altra estremità lassù. Un po’ di cammino non mi ha mai fatto male.
Ma è proprio lunga!!!
È qui! Ci sono.
Bhe, ecco! Almeno questo capo non resiste come l’altrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr no nella crepa, noooooo nelllllllla crrrrrrrrrrrrrreeeeeeeepppp nooooo!!!!!!!!!!!!
Ouf! Soltanto un pezzetto di corda in più e sarei atterrato nella spaccatura. E dacché ci sono, posso assaggiare cos’è!
Humm, ma è buono! Oh, è buono! Ne voglio, ne voglio ancora…»
Chi avrebbe mai creduto che un giorno una formica avrebbe fatto del bungee jumping appesa a un filo sottile di cotone sopra un grande tegame di latte parzialmente scremato!
(di Marie Leticia Ndongo)
2 dicembre 2007
Audi8
Mattino presto. Giornata ridente. Billy esce fuori dal garage. Attraversa il vialetto a marcia indietro, supera il cancello rosso e, nel caldo appiccicoso, corre nel silenzio della campagna verso l’ufficio. Lo stereo è alle stelle. Canzoni rock. Musica graffiante e umore aggressivo. Risoluto. Le gomme salterellano sulla ghiaia.
Questo 10 agosto ha un profumo così impetuoso, quasi istintivo, ha il sapore della liquirizia che sulla lingua diventa piccante.
Billy si sente un dio e preso dall’euforia, preme l’acceleratore.
È un’inquietudine indomita la sua. Un desiderio atavico e inconscio. Un volersi abbandonare alla vita al suo scorrere al suo defluire sgorgare e gocciolare. Dopo una notte difficile. Difficile ma illuminante, in un angolo del garage, mentre dalla casa arrivavano voci passi rumori.
Scelta una bottiglia tra le tante della dispensa, Billy si era ubriacato confidandosi con le due biciclette, una gialla l’altra bianca, dei ragazzi. Raccontò della sua vita e di tutte le sue paure, quelle di cui non aveva nessuno con cui parlare. E capì che essere un Audi8 non era poi così male…
Tina e Genny lo ascoltarono con pazienza, intenerite l’osservarono addormentarsi.
Ma in realtà anche loro, almeno per una volta, avrebbero voluto provare un po’ di whisky e sperimentare quanto è bello dimenticare per un po’ il proprio essere bicicletta o uomo che sia… tanto in fondo che differenza fa?
(di La’a)
22 novembre 2007
Tu che vedi
Le braccia si tendono e si scontrano contro le ginocchia di lei. La madre lo solleva e lo sorregge come una madonna col suo bambino in un dipinto del rinascimento. Il padre schiude al suo sguardo il mondo aprendo i vetri e mostrandogli il passaggio del rumoroso convoglio. I quattro denti da latte spuntati da poco si mettono in bella mostra lieti di farsi notare in un momento di gioia infantile.
Qualche attimo e capisci come sia nuova la tua vita.
Per te che mi guardi e mi riconosci.
Per te che mi cerchi se non sono lì.
Per te che un giorno non lo ricorderai.
(di Gaetano Maiorino)